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Lo smart working rappresenta sicuramente una nuova modalità di intendere il lavoro e la cultura ad esso associata. In Italia, le aziende che fanno proprio lo smart working  al giorno d’oggi, sono sempre di più. Ma cosa ne pensano i lavoratori?

È stata di recente condotta una ricerca che ci permette di far luce su questo tema  e di approfondire il punto di vista degli italiani. I risultati sono abbastanza sorprendenti, in termini positivi.

Lo smart working ci permette di dire addio all’ufficio tradizionale, favorendo una modalità di lavoro in cloud, possibile da tutte le parti, in conformità con gli spostamenti di ogni lavoratore. Lavorare lontano dalla propria scrivania e dal proprio ufficio, con lo smart working è possibile.

Cosa ne pensano gli italiani?

È stata condotta una ricerca, commissionata da Citrix all’istituto di ricerca Onepull, che ci permette di far luce sullo smart working. Il campione della ricerca, era costituito da 500 persone tra i 18 e 55 anni di età, lavoratori e residenti in Italia (Nord, Sud e Centro).

Si è chiesto agli italiani cosa lo smart working rappresentasse per loro.

Il risultato? Più del 70% di essi considera lo smart working un’opportunità. Per un buon 50% può essere inteso come il futuro del lavoro. Un piccolo 3,6% lo considera una minaccia. Tutto ciò dimostra che ormai, nel 2018, la gente è pronta a questo tipo di cambiamento. Un dato interessante però mostra che il 74% di italiani considera la propria azienda “la sede di lavoro abituale”. Che dire? Siamo dei tradizionalisti nell’anima.

In che modo le aziende fanno smart working?

L’inserimento di tale processo in azienda prende forma attraverso la possibilità di svolgere l’attività solo per alcuni giorni a settimana o al mese. A tal proposito emerge, dalle interviste condotte che una parte degli intervistati lavora “smart” ogni giorno (23%), un 22,4% una volta a settimana, il 10% una volta ogni 15 giorni, il 5,8% una volta al mese e una percentuale dell’11,6% ancor meno di una volta al mese.  Le persone per cui lo smart working rappresenta ancora solo qualcosa di astratto, corrispondo ad un 26,4%.

Smart working: impatto positivo o no?

Impatto decisamente positivo: “solo” il 91%del campione riconosce e ammira l’impatto positivo della tecnologia sulla produttività del singolo lavoratore. Lo smart working, per il 20% dei lavoratori, consente all’individuo di avere la libertà di poter modificare il proprio modo di lavorare e gestire il proprio lavoro.

Smart working: rivoluzione lavorativa e culturale

Le aziende che hanno adottato lo smart working hanno sicuramente compreso e fatto propria una modalità di intendere il lavoro che a lungo andare non potrà che apportare benefici. Permettere ai propri lavoratori di “lavorare smart” significa anche dotarsi delle migliori tecnologie adeguate affinché il lavoro possa essere svolto nel miglior modo possibile. Per contro, il 50% del campione riconosce l’importanza di tool di condivisione e sincronizzazione, anche se il 44,6% ritiene di non disporre ancora di tutta la tecnologia adeguata.

Lo sviluppo e la velocità con cui la tecnologia avanza è così veloce che oggi, le aziende di successo, sono quelle aziende in grado di stare al passo con i tempi. “Oggi le aziende di successo, sono quelle che sanno innovare.” Afferma Massimiliano Grassi, direttore Marketing di Citrix.  L’innovazione facilita e comporta un aumento ed un miglioramento della produttività dei singoli lavoratori.