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Albert Camus diceva: “Al termine di ogni esperienza non si diventa saggi si diventa esperti. Ma in che cosa?” questo è lo spirito che guida spesso noi giovani alle prime armi verso nuove strade. Intendo parlare qui di esperienza non come un dato già acquisito, ma come esperienza nella sua accezione più classica: conoscenza acquisita mediante il contatto con un determinato settore della realtà. Tutto iniziò partecipando ad un Bando di concorso promosso dalla Sapienza presso l’Agenzia di marketing Simposio Srls…

Esperti in che cosa?

Un corpo estraneo inserito in un contesto uniforme, ha sempre la possibilità di vedere le cose dall’esterno, da un’altra prospettiva. Se poi a questo corpo aggiungiamo la curiosità di “rubare con gli occhi”, come spesso si dice in modo proverbiale, potremmo avere con noi un gran bagaglio di informazioni da aggiungere al nostro curriculum. Ho iniziato questo percorso affermando di voler fare la consulente d’impresa ma posso con certezza dirvi che, vivendo l’agenzia, mi sono ricreduta. Ho scoperto nuove competenze e nuovi ambiti in cui poter approfondire la mia propensione e la mia smania di competenza e conoscenza. Non voglio con questo illudervi che un tirocinio vi svelerà all’improvviso il vostro cammino, quasi come un miraggio, ma sicuramente mettendovi alla prova saprete escludere dalla “lista della spesa” cose che avete fin troppo dato per scontato. Ecco, potrei dire che una cosa raggiunta a fine di questo percorso è sicuramente una maggiore consapevolezza.

Team work

Per citare un altro illustre, Gérard de Nerval affermava come l’esperienza di ciascuno di noi rappresenti il tesoro di tutti. Lavorare in agenzia significa anche questo. Non tanto contare l’uno sull’altro, sarebbe sminuire l’importante autonomia che ognuno deve invece sviluppare per ottimizzare i tempi di lavoro. Intendo, responsabilizzare le proprie mansioni. Ed è questa un’altra capacità che ho acquisito. Comprendere che lavorare bene su un progetto risulta essere necessario per fornire input corretti al lavoro di terzi ma anche, aggiungere valore al cliente per il quale è stato preso l’incarico. Una catena del valore che rappresenta effettivamente il modello migliore per raggiungere un vantaggio competitivo sostenibile.

Pro-positività

Un consiglio che mi sento di dare è quello di essere pro positivi. Spesso il tirocinio lo sentiamo più come un obbligo per acquisire i tanto amati CFU. Ma non è solo questo. O meglio dipende dalla nostra prospettiva. L’idea è di entrare in una realtà nuova e proporsi non per forza come nuova risorsa di staff, ma sfruttare l’occasione di rimanere un corpo esterno che riuscirà ad acquisire il massimo da quest’esperienza. E poi chissà forse anche farne parte. La pro-positività è anche nella capacità di saper padroneggiare nuove proposte e iniziative che potrebbero essere spunto verso nuove strategie. Essere costruttivi, produttivi e avere uno spiccato senso del problem solving sarà di grande aiuto!