Aria di cambiamenti nel campo dei Social. Twitter prova a rilanciarsi abbattendo il limite di 140 caratteri. Facebook avvierà invece una sperimentazione per introdurre le notizie a pagamento sulla sua piattaforma.
Il raddoppio di Twitter: si passa a 280 caratteri
Se nei 140 caratteri di un tweet stavate stretti, da oggi finalmente avrete più spazio. Twitter aumenta il limite massimo delle battute dei singoli messaggi, che nelle prossime settimane arriveranno a 280.
La comunicazione ufficiale arriva direttamente dall’azienda, che sottolinea che si tratta di un esperimento e che sarà condotto solo in alcune lingue. La motivazione principale è infatti che “In molte lingue è difficile comprimere i pensieri in 140 caratteri”. In particolare l’azienda spiega che “Quando una persona twitta in inglese o in italiano, si imbatte velocemente nel limite dei 140 caratteri e deve modificare il Tweet in modo che si adatti perfettamente. Qualche volta, deve cancellare qualche parola che trasmette un significato o un’emozione importante, o non cinguettare affatto”. Mentre sempre secondo quanto si evince dal post, se un ragazzo giapponese twitta nella sua lingua “finisce di condividere il suo pensiero e ha ancora spazio a disposizione”.
Questo perché in lingue come il giapponese, il coreano e il cinese è possibile comunicare il doppio delle informazioni in un solo carattere.
I motivi del cambiamento di Twitter
Dati alla mano, nello stesso post vengono mostrate delle statistiche che chiariscono i motivi del cambiamento. Il primo confronto è sui tweet di 140 caratteri: solo lo 0.4% dei cinguettii in giapponese tocca il limite massimo imposto dal social, mentre la percentuale si alza notevolmente con quelli in inglese toccando il 9%. Altro dato analizzato è quello relativo alla lunghezza media dei tweet: 15 caratteri in giapponese contro i 34 caratteri in inglese. L’azienda ha inoltre spiegato che “le persone che non sono costrette a comprimere i propri pensieri in 140 caratteri e ne hanno ancora a disposizione, twittano di più”.
L’obiettivo è quindi quello di facilitare la comunicazione per aumentare il traffico. Nonostante infatti sia il prediletto da personaggi come il presidente degli Usa Donald Trump, da anni il social è fermo sui 328 milioni di utenti: nulla rispetto ai due miliardi di Facebook.
Infine il maggior spazio dovrebbe nelle speranze di Twitter richiamare anche più aziende, che ora potranno pubblicizzare meglio i loro prodotti, facendo crescere la popolarità del social.
Parte il test di Facebook: notizie a pagamento anche in Italia
Già entro la fine del 2017 ci troveremo a pagare per leggere le notizie prodotte dalle testate su Facebook. L’annuncio ufficiale dell’azienda californiana è arrivato ieri in un incontro nella sede di Milano. Entro la fine dell’anno sarà avviata una sperimentazione in collaborazione con almeno dieci partner editoriali statunitensi e di alcuni paesi europei, tra cui emerge l’Italia. Se i test daranno buoni risultati potranno trasformarsi in abbonamento, anche se Alex Hardiman (News Product Lead di Facebook), ha specificato che il tentativo si potrebbe anche concludere con un nulla di fatto.
Prendendo come riferimento gli Instant Articles introdotti due anni fa, sono due i modelli di pagamento che saranno testati. Il primo prevede un “paywall” che dopo un certo numero di articoli gratuiti prevede l’esborso dell’utente. Il secondo è la modalità “freemium“, in base alla quale saranno gli editori a decidere quali contenuti offrire gratis e quali a pagamento.
La transazione economica non avverrà sul social e il 100% dei ricavi andrà agli editori.